Installare Arch Linux

1/04/2021

Arch Linux è una distribuzione nata nei primi anni 2000 che si concentra essenzialmente sulla filosofia KISS (Keep It Simple, Stupid), ossia di rendere il tutto interamente leggero, veloce ed estremamente scalabile.

I tratti distintivi sono senza ombra di dubbio:

  • La possibilità di costruire un’installazione su misura, partendo da un sistema base minimale, che sono le fondamenta della struttura che andremo a costruirvi, in questo caso l’ambiente grafico e i programmi;
  • Il gestore pacchetti Pacman, veloce, essenziale e moderno;
  • L’eccellente supporto da parte della comunità, mediante una wiki scritta a regola d’arte e un repository chiamato AUR, che arricchiscono il comparto software fornito dei repository ufficiali.

Bisogna sottolineare però che:

  • Per quanto esistano degli installer ufficiosi che consentono di semplificare il processo di installazione, l’unica via ufficiale per installare Arch è la riga di comando. Da una parte è sicuramente interessante perchè permette di vedere una parte di GNU/Linux ad oggi offuscata da distro più commerciali, ma richiede certamente un minimo di attenzione in più;
  • La distro è di tipo rolling release, ovvero, non esiste il concetto di rilascio periodico di una nuova versione con aggiornamenti e migliorie, ma il software aggiornato viene fornito appena pronto, a prescindere che si abbia un sistema installato nel 2005, piuttosto che un sistema installato l’altro ieri. Avere software sempre aggiornato ha chiaramente pregi e difetti, soprattutto quando non c’è il tempo di testare per bene le cose.

Requisiti minimi

RAM512 MB
ProcessoreCPU a 64-bit (Intel o AMD)
Spazio su disco2 GB
AltroConnessione a internet

Scaricare Arch Linux

Arch è reperibile all’indirizzo: https://archlinux.org/download/. All’interno della pagina basta scegliere un repository dal quale scaricare l’ISO o in alternativa il file .torrent per scaricare successivamente l’ISO con un qualsiasi client BitTorrent.

L’immagine può essere poi masterizzata su un CD oppure copiata su una chiavetta USB, ciò che andremo a fare e che logicamente consiglio.

Possiamo utilizzare un’utility grafica come balena Etcher, scaricabile dal sito: https://www.balena.io/etcher/, per TUTTI i sistemi operativi. Basta semplicemente selezionare l’immagine, la chiavetta USB e infine cliccare su Flash.

In alternativa, sui sistemi operativi Unix-like possiamo usare l’utility integrata dd, usando il comando:

dd if=/percorso/file.iso of=/percorso/chiavetta bs=1M

Preparare dello spazio libero per Arch Linuux

Se si è intenzionati a installare Arch in dual boot con un altro sistema operativo, tipicamente Windows, è opportuno creare una partizione all’interno del nostro drive.

GNU/Linux

Se il nostro sistema principale è Linux, possiamo utilizzare un’utility come GParted per ridimensionare la nostra partizione principale e creare uno spazio NON allocato per installare dopo Arch.

Windows

Se il nostro sistema principale è Windows, possiamo utilizzare lo strumento di partizionamento integrato:

  1. Facendo tasto destro sul pulsante Start e selezionare Gestione disco;
  2. Cliccare col tasto destro sul volume dove c’è installato Windows e selezionare Riduci volume;
  3. Dopo un paio di secondi ci verrà chiesto di specificare la quantità di spazio da ridurre, in MB. Tenendo conto che 1 GB equivalgono a 1024 MB, basterà indicare quanto spazio dedicare ad Arch e poi cliccare Riduci.

Avviare la live

A questo punto siamo pronti per avviare l’ambiente live. Avviamo il nostro PC nella modalità boot selector, in genere richiamabile mediante i tasti funzione F8, F10, F11, F12 o ESC. Per questo è opportuno consultare il sito del produttore del proprio computer. In alcuni casi non esiste un boot selector ed è opportuno entrare nel BIOS e assegnare la priorità di boot alla chiavetta USB.

Una volta avviato il live CD, la prima cosa da fare sarà impostare il layout della tastiera in italiano, visto che quest’ultimo non è predefinito. Per far ciò basta scrivere:

loadkeys it

Verificare se BIOS legacy o UEFI

Ci tocca ora verificare se il nostro computer ha un BIOS di tipo UEFI o Legacy, questo è importante poichè condizionerà la procedura di installazione di alcuni elementi quali il bootloader.

Per far ciò scriviamo:

ls /sys/firmware/efi/efivars

Se in seguito al comando in questione non sarà mostrato alcun tipo di errore, allora siamo in modalità UEFI, altrimenti siano in modalità legacy.

Rimane da chiarire una cosa: tutti i computer venduti negli ultimi dieci anni hanno quasi certamente un BIOS di tipo UEFI, ma potrebbe capitare che in questo sia attivata una modalità di retrocompabilità detta CSM, che farà avviare qualunque sistema operativo in modalità legacy. Per cui, se avete un PC particolarmente recente e non siete in modalità UEFI, quasi certamente la situazione è quella che vi ho appena detto. In questi casi si ovvia:

  • Disattivando il CSM dal BIOS, se si è sicuri di non aver installato sistemi operativi in modalità legacy, altrimenti questi non partiranno più;
  • Installando Arch in modalità legacy, come se foste su un computer col vecchio BIOS.

Connettersi alla rete

Dobbiamo ora collegarci a Internet. Assicuriamoci intanto che la nostra interfaccia di rete sia supportata dal kernel Linux mediante il comando:

ip link

Sono quindi elencate le interfacce di rete disponibili e supportate, tipicamente chiamate eth0 per l’Ethernet e wlan0 per il Wi-Fi, ma possono avere altri nome come ensqualcosa oppure wlpqualcosa.

Qualora la vostra interfaccia di rete non fosse presente, significa che non è supportata dal kernel Linux, magari perchè ha bisogno di un driver non incluso e che va installato successivamente. Per aggirare l’eventuale problematica, suggerirei di collegarsi a internet magari utilizzando il tethering USB col proprio smartphone. In tutti gli altri casi, possiamo proseguire.

Rete cablata

Se siamo collegati in Ethernet, tipicamente la rete è configurata in automatico dalla live, tant’è che mediante ip addr si può constatare che nel caso specifico ha già preso l’indirizzo IP. Se così non fosse, digitare:

dhcpcd

Quindi attendere che avvenga la connessione.

Se il problema dovesse persistere, assicurarsi che il proprio router sia in grado di assegnare dinamicamente un indirizzo IP e che quindi abbia il server DHCP attivo (ciò facilmente verificabile dal pannello di controllo del router stesso). Se invece si preferisce configurare un indirizzo IP statico, rivolgersi all’indirizzo web: https://wiki.archlinux.org/index.php/Network_configuration#Static_IP_address.

Rete wireless

Verifichiamo intanto qual è il nome della nostra scheda di rete Wi-Fi digitando:

iwctl device list

Ci verrà mostrato un elenco delle schede Wi-Fi rilevate, nel caso specifico wlan0. Digitiamo ora:

iwctl station interfaccia scan

Successivamente:

iwctl station interfaccia get-networks

Comparirà dunque un elenco delle reti Wi-Fi disponibili. Interesserà a noi verificare l’SSID che useremo appunto per connetterci e specificare una password.

Per collegarsi alla rete Wi-Fi digitiamo:

iwctl station interfaccia connect SSID

Digitiamo la password e attendiamo che la connessione termini con successo. Nel caso in cui dovesse comparire un errore del tipo Connection failed, riprovare nuovamente.

Partizionamento dei dischi

Arriva ora il momento cruciale, partizionare il disco. Digitiamo il comando:

fdisk -l

Ci comparirà un elenco dei dischi riconosciuti dal nostro sistema operativo. Ciascuno di essi è associato a un percorso, ad esempio, per le unità SATA e USB sarà /dev/sdX, dove X è una lettera.

Capire quale sia l’unità corretta da partizionare spetta a voi. Sicuramente, se nel nostro computer è presente un solo disco, l’unità da prendere il considerazione è quella più grande. Si può poi distinguere l’attuale partizionamento: per esempio, in un disco dove giace un’installazione di Windows si hanno sempre riferimenti a partizioni formattate in NTFS che portano la dicitura Microsoft reserved, ecc.

Notiamo inoltre che i percorsi sono tipicamente costituiti da due numeri e/o lettere, ad esempio: /dev/sda1 indica il disco A partizione 1.

Una volta appuntato il disco da tenere in considerazione, digitiamo:

cfdisk /percorso/disco

Se il disco contiene già una mappa delle partizioni, verremo direttamente portati al gestore partizioni. Se invece il disco è vuoto, ci verrà chiesto con quale mappa di partizionamento vogliamo inizializzarlo. In tal caso:

  • Scegliamo GPT se siamo su un sistema UEFI oppure su un sistema Legacy, dove il disco su cui andremo ad installare Arch è più grande di 2 TB. Attenzione, quest’ultima condizione è necessaria solo su sistemi legacy, su sistemi UEFI dovete selezionare GPT a prescindere;
  • Scegliamo MBR se siamo su un sistema legacy e con un disco minore o uguale a 2 TB.

NOTA: Per sistemi legacy

Nei sistemi legacy, in cui si usa MBR, potrebbe essere chiesto durante la creazione di una qualunque partizione se questa deve essere primaria o estesa. Per semplicità, poichè sarà un aspetto che non andremo ad approfondire, se non avete esperienza in tale ambito, create sempre partizioni primarie. Se invece avete dimestichezza con la gestione delle partizioni su tabella MBR, gestite lo schema di partizionamento come meglio credete.

Dipendente: creazione partizione UEFI

Solo per l’installazione in modalità UEFI, se sul nostro disco NON è presente una partizione EFI, tipicamente quando NON c’è alcun sistema operativo, dobbiamo crearla:

  • Spostiamoci con i tasti freccia orizzontali e selezionando New;
  • Selezioniamo come dimensione 512M, che significa appunto 512 MB;
  • Una volta creata la partizione, assicurandoci che sia selezionata con i tasti freccia verticali, andiamo su Type e selezioniamo EFI System.

Qualora fosse già presente, possiamo ignorare questa procedura e utilizzare lo spazio libero indicato.

Creazione partizione swap

Per creare la swap, il procedimento è analogo, tranne che per:

  • Dimensione 4 GB
  • Avrà come tipo: Linux swap

Creazione partizione root

La partizione root avrà come tipo Linux filesystem e prenderà tutto lo spazio libero disponibile.

Lo schema di partizionamento appena creato è sufficiente per poter installare Arch. Naturalmente può essere ancora personalizzato, magari creando una partizione apposita per /boot o per /home. Ad ogni modo, per ora può andare, spostiamoci su Write e digitiamo yes. Infine, spostiamoci su Quit.

Formattazione partizioni

Possiamo ora notare che se digitiamo fdisk -l la tabella delle partizioni sul disco appena modificato risulterà essere aggiornata col relativo percorso. Quest’ultimi dobbiamo ora appuntarli per procedere con la formattazione.

Dipendente: formattazione partizione UEFI

Qualora avessimo una partizione EFI già esistente, questa non va formattata, altrimenti i sistemi operativi già installati non risulterebbero più avviabili. Qualora invece avessimo creato la partizione EFI durante il partizionamento del disco per Arch, digitiamo:

mkfs.vfat -F32 /percorso/partizione

Formattazione partizione root

La partizione root va formattata con un file system compatibile, ad esempio ext4.

mkfs.ext4 /percorso/partizione

Formattazione partizione swap

La swap va formattata con:

mkswap /percorso/partizione

Montaggio partizioni

Le partizioni appena formattate devono essere ora montate.

Partizione root

La partizione root sarà la prima a essere montata, con:

mount /percorso/partizione /mnt

Partizione EFI

A prescindere che abbiamo formattato o meno la partizione EFI, dobbiamo ora creare una directory apposita con:

mkdir -p /mnt/boot/efi

Dopodichè, la partizione va montata con:

mount /percorso/partizione /mnt/boot/efi

Partizione swap

La swap va montata con:

swapon /percorso/partizione

Selezione dei mirror per i repository

Siamo giunti alla penultima fase che ci condurrà all’installazione del sistema base, la selezione dei mirror più vicini alla nostra posizione geografica per velocizzare il più possibile il download e l’installazione dei pacchetti.

Possiamo affidarci a un’utility integrata chiamata reflector, che selezionerà automaticamente i server più veloci in base alla nostra posizione e creerà un file nel percorso /etc/pacman.d/mirrorlist. Digitiamo:

reflector --verbose --country Italy --sort rate --save /etc/pacman.d/mirrorlist

Visualizzando il file mirrorlist usando il comando:

cat /etc/pacman.d/mirrorlist

Noteremo infatti che saranno presenti solo i mirror situati in Italia.

Installazione del sistema base

Procediamo con l’installazione del sistema base usando il comando:

pacstrap /mnt base base-devel linux linux-firmware nano

Alternativa: kernel con supporto a lungo termine

In alternativa a linux è possibile installare il pacchetto linux-lts per avere un kernel con supporto a lungo termine.

Attendiamo il termine dell’installazione, che dipenderà dalla velocità della propria rete e dei repository.

Generazione dell’fstab

Generiamo prima di tutto l’fstab, una tabella che servirà al sistema operativo per riconoscere le partizioni da montare. Digitiamo:

genfstab -U -p /mnt > /mnt/etc/fstab

Configurazione del sistema base

Il sistema appena installato deve essere ora configurato.

Entrare nel sistema base

Entriamo ora nel sistema base mediante il comando:

arch-chroot /mnt /bin/bash

Configurazione della lingua

Andiamo a modificare il file /etc/locale.gen scrivendo:

nano /etc/locale.gen

Scorriamo la lista e andiamo a decommentare la nostra lingua preferita, in questo caso it_IT.UTF-8. Premiamo CTRL + O per salvare, poi INVIO e infine CTRL + X.

Digitiamo a questo punto:

locale-gen

Dopodichè digitiamo:

echo LANG=it_IT.UTF-8 > /etc/locale.conf

Infine:

export LANG=it_IT.UTF-8

Configurazione della tastiera e dell’editor predefinito

Creiamo il file vconsole.conf con:

nano /etc/vconsole.conf

E scriviamo al suo interno:

KEYMAP=it
EDITOR=nano

Salviamo e chiudiamo. Infine scriviamo:

export EDITOR=nano

Configurazione del fuso orario

Dobbiamo configurare il fuso orario con riferimento alla capitale italiana, appunto Roma. Digitiamo:

ln -s /usr/share/zoneinfo/Europe/Rome /etc/localtime

Impostiamo inoltre l’orologio hardware su UTC con:

hwclock --systohc --utc

Configurazione della rete

Indichiamo innanzitutto l’hostname, a nostro piacimento, della nostra macchina, creando il file /etc/hostname con:

echo NomeMacchina > /etc/hostname

Dobbiamo ora installare tutto quello che ci serve per configurare la nostra rete post-installazione. Digitiamo:

pacman -S net-tools dhcpcd netctl

Abilitiamo il servizio dhcpcd con:

systemctl enable dhcpcd

Reti wireless

Installiamo l’occorrente per configurare post-installazione il Wi-Fi con:

pacman -S iwd wpa_supplicant wireless_tools dialog iw

Abilitiamo il servizio iwd con:

systemctl enable iwd

Configurazione della password di root

Il sistema base, appena installato, possiede solo l’utente root, che ha i massimi privilegi. Impostiamo una password per esso con:

passwd

Dopodichè indichiamo una password, e diamo INVIO. Riconfermiamola e diamo ancora una volta INVIO.

Creazione di un utente

Utilizzare un sistema GNU/Linux col solo utente root è la cosa più sconsigliata che possa esserci sulla faccia della terra, per cui provvederemo a creare un utente non privilegiato con:

useradd -m -G wheel -s /bin/bash nomeutente

Impostiamo una password per l’utente con:

passwd nomeutente

Dopodichè digitiamo:

visudo

E andiamo a decommentare la stringa sotto:

Uncomment to allow members of group wheel to execute any command

Installazione del bootloader

Installiamo il bootloader GRUB con:

pacman -S grub

In caso di installazione su sistema UEFI digitiamo anche:

pacman -S efibootmgr 

E nel caso di dual boot digitiamo anche:

pacman -S os-prober

Completiamo l’installazione di GRUB, nel caso di sistema EFI, con:

grub-install

Su sistemi BIOS, usare invece:

grub-install <percorsoDisco>

Dove il percorso del disco può essere, ad es. /dev/sda. In questo caso va omesso il numero, poichè l’installazione deve avvenire sul MBR.

Infine, digitiamo:

grub-mkconfig -o /boot/grub/grub.cfg

Riavvio

La procedura di configurazione del sistema base è terminata. Dunque digitiamo:

exit

E in seguito:

reboot

Se tutto sarà andato per il verso giusto, dovremo essere in grado di visualizzare la schermata di GRUB in cui sarà possibile scegliere il sistema operativo da avviare, in questo caso sceglieremo ovviamente Arch Linux per continuare la configurazione.

Una volta avviato il sistema logghiamoci e portiamoci ai privilegi massimi col comando sudo.

Configurazione post-riavvio

Mancano ancora alcuni ritocchi per poter reputare l’installazione di Arch Linux completata.

Ri-configurazione della rete

La rete va riconfigurata esattamente come fatto durante la fase di installazione, sia per quanto riguarda le reti wireless, che per quanto riguarda le reti cablate. Ripropongo dunque il capitolo di configurazione, che potete saltare in qualsiasi momento cliccando sul pulsante dedicato nel player di YouTube.

Abilitazione server audio

Abilitiamo il server audio installando il pacchetto:

pacman -S alsa-utils

Installazione driver video

Dobbiamo ora installare il driver video per poter avviare correttamente il server grafico. Sarà possibile scegliere tra i driver open source, integrati nel kernel Linux e i driver proprietari. In generale, consiglio:

  • Per chi ha un scheda video NVIDIA di installare il pacchetto nvidia;
  • Per chi ha una scheda video AMD di installare il pacchetto xf86-video-amdgpu;
  • Per chi ha una scheda video Intel di installare il pacchetto xf86-video-intel;
  • Il driver video generico è invece xf86-video-vesa;
  • In altri casi, consiglio di consultare l’Arch Wiki per determinare qual è il driver più adatto alle vostre esigenze.

Installazione server grafico

Installeremo ora il server grafico Xorg, si tratta di un passo importante che precederà l’installazione del desktop environment. Digitiamo:

pacman -S xorg-server xorg-xinit

Opzionale: Installazione di Wayland

Molti di voi sapranno già che nel prossimo futuro Xorg sarà rimpiazzato da Wayland, un nuovo protocollo completamente differente da Xorg, che porterà alcuni vantaggi quali il fractional scaling nativo e prestazioni migliori. Ad ogni modo, non sono tutti gli ambienti desktop a supportare pienamente Wayland e inoltre alcuni driver proprietari, ad es. NVIDIA non supportano al momento Wayland (anche se quest’ultima ha annunciato che con la serie di driver 470 inizierà a supportarlo). Dunque per il momento omettiamo l’installazione di Wayland, ma sarà possibile passarvi in qualsiasi momento.

Installazione del desktop environment

Per ciacun desktop environment ho indicato quali comandi digitare per installarlo e abilitarlo.

GNOME

pacman -S gnome gnome-extra gnome-initial-setup

KDE Plasma

pacman -S plasma kde-applications xdg-user-dirs sddm

LXQt

pacman -S lxqt breeze-icons sddm xdg-user-dirs

MATE

pacman -S mate mate-extra xdg-user-dirs lightdm lightdm-gtk-greeter

Per un elenco completo consultare: https://wiki.archlinux.org/index.php/desktop_environment#List_of_desktop_environments;

In seguito all’installazione, va abilitato il display manager.

systemctl enable gdm # Per GNOME
systemctl enable sddm # Per KDE e LXQt
systemctl enable lightdm # Per MATE

Installazione di NetworkManager

Per gestire le interfacce di rete dal nostro desktop environment avremo bisogno di NetworkManager, per cui digitiamo:

pacman -S networkmanager

Dopodichè abilitiamo il servizio con:

systemctl enable NetworkManager

ATTENZIONE: il nome del servizio è case-sensitive, per cui fa differenza tra maiuscole e minuscole.

Diamo infine:

systemctl disable dhcpcd

Questo è importante poichè se lasciamo sia dhcpcd, che NetworkManager attivi, potrebbero esservi dei conflitti.

N.B: se si usa il Wi-Fi, non bisogna disattivare iwd.

Opzionale: Installazione di Pipewire

Pipewire è un nuovo sistema per la gestione I/O di audio e video che andrà a sostituire PulseAudio prossimamente. Si trova già in una versione abbastanza stabile e in grado di essere utilizzato come daily driver, per cui possiamo installarlo con:

pacman -S pipewire-pulse

Alla richiesta di voler rimuovere PulseAudio digitiamo s e diamo INVIO. Quindi aspettiamo che termini.

A questo punto digitiamo:

reboot

Una volta giunti al display manager, possiamo effettuare il login con i nostri dati.

Conclusione

Benvenuti in Arch Linux. Ora che avete in mano un sistema completamente funzionante, cosa fare?

  • Andare immediatamente nelle impostazioni dell’ambiente desktop per configurarlo al meglio;
  • Installare gli applicativi più importanti come firefox, thunderbird, ecc;
  • Fare riferimento alla Arch Wiki, all’indirizzo: https://wiki.archlinux.org/index.php/Main_page, disponibile anche in italiano, per personalizzare a proprio gusto e piacimento il sistema operativo;
  • Se siete interessati a dei video su come personalizzare il vostro ambiente desktop, ho realizzato delle apposite guide sul canale per i principali desktop environment.

Dunque, questo nuovo video su come installare Arch termina qui. Ho personalmente reputato necessario riproporre la guida, dato che la vecchia procedura iniziava ad essere troppo datata rispetto a come si installa Arch oggi.

Spero che sia stato utile, vi consiglio inoltre di guardare il video inerente che trovate qui sotto. Ciao a tutti!